Come prevenire e curare l’obesità infantile
Obesità infantile: alcuni consigli pratici per prevenirla
Qualche volta potrebbe capitarvi di dubitare di non adottare l’approccio migliore verso i vostro figli. Come gestire le fasi delle crescita? Come spingerli ad adottare uno stile di vita salutare? La pediatria ci aiuta spiegando che la prevenzione accompagnata dall’esempio è la strada migliore per evitare l’insorgenza di gravi patologie legate all’obesità infantile curabili poi solo con la chirurgia bariatrica.
A tal proposito la Società Italiana di Pediatria ha stilato il seguente decalogo per prevenire il rischio di sovrappeso e obesità infantile:
- Controllare il peso e la statura con regolarità (almeno ogni sei mesi);
- Fare cinque pasti al giorno evitando i “fuori pasto”;
- Consumare almeno cinque porzioni di frutta o verdura al giorno;
- Bere molta acqua limitando le bevande zuccherate;
- Ridurre i grassi a tavola, in particolare salumi, fritti, condimenti, dolci;
- Evitare di utilizzare il cibo come “premio”;
- Privilegiare il gioco all’aperto, possibilmente almeno un’ora al giorno;
- Camminare a piedi in tutte le occasioni possibili;
- Praticare uno sport con regolarità (e divertirsi) almeno per 60 minuti al giorno;
- Limitare la “videodipendenza” durante il tempo libero: massimo 2 ore al giorno.
Ricordatevi che l’obesità infantile è strettamente legata a fattori ambientali, all’educazione (anche alimentare) ricevuta in famiglia. Un aspetto molto importante è la condivisione del momento del pasto con tutta la famiglia. Educazione alimentare vuole dire anche condividere il momento della spesa e della preparazione dei piatti: cucinare con loro li aiuta a prendere confidenza col cibo in modo divertente.
Conseguenze fisiche tardive dell’obesità infantile
Attenzione però perché le conseguenze fisiche precoci dell’obesità infantile sono davvero molte e se non curate possono rappresentare un fattore predittivo di obesità anche nell’età adulta. Oltre ad avere una maggiore predisposizione – al sovrappeso/obesità – la persona che è stata cicciottella da piccola, risulta maggiormente esposta a determinate patologie, soprattutto di:
- Natura cardiocircolatoria (ipertensione arteriosa, coronaropatie);
- Muscoloscheletrica (insorgenza precoce di artrosi dovuta all’aumento delle sollecitazioni statico-dinamiche sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, più soggette al carico);
- Conseguenze di tipo metabolico (diabete mellito, ipercolesterolemia);
- Disturbi alimentari, fino allo sviluppo di tumori del tratto gastroenterico.
- Da non sottovalutare le conseguenze di tipo psicologico, che possono trascinarsi ed amplificarsi negli anni. Il disturbo può arrivare a stravolgere la vita del soggetto e i suoi rapporti sociali.
La chirurgia bariatrica per curare l’obesità infantile
In Occidente la crescita dell’obesità infantile ha portato a un drammatico aumento delle patologie ad essa legate come la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) – comunemente chiamata fegato grasso – o la steatoepatite non alcolica (NASH), con danni correlati che possono essere anche molto gravi soprattutto se trasferiti fino all’età adulta (diabete, cirrosi epatica, sindrome metabolica, ipertensione, cardiopatie).
L’approccio chirurgico in età pediatrica viene preso in considerazione nei casi più gravi. Le linee guida internazionali prendono in considerazione due gruppi di pazienti pediatrici: quelli con indice di massa corporea (BMI) pari o superiore a 50 (obesità patologica severa) e quelli con un indice di massa corporea superiore a 40 (obesità grave di III grado). Gli altri fattori presi in considerazione per ottenere il consenso informato sono la maturità fisica e psicologica del paziente, il desiderio di sottoporsi alla procedura, i precedenti tentativi di perdita di peso, la capacità di rispettare le cure mediche di follow-up.
La chirurgia bariatrica diventa quindi un’importante alternativa per la riduzione del peso in quei bambini affetti da una forte obesità con rischi seri per la salute. Fanno parte della chirurgia dell’obesità interventi laparoscopici di tipo restrittivo (riduzione della capacità gastrica) come l’asportazione di una porzione dello stomaco (Sleeve Gastrectomy), o il bendaggio gastrico, ed interventi di tipo malassorbitivo (che puntano ad ottenere una riduzione dell’assorbimento intestinale di grassi e amidi) come il bypass gastrico o la diversione bilio-pancreatica, indicata nei casi estremi di “superobesità” (BMI>50).
In alcuni casi meno gravi, o al di sotto dei 13-14 anni di età, è spesso preferito l’utilizzo dei meno invasivi palloncini intragastrici (sia quello tradizionale posizionabile per via endoscopica, sia il più moderno modello deglutibile), utili anche come complemento della terapia dietetica ed educazionale per evitare la progressione verso l’obesità patologica con le complicanze relative.
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