ICSI e fecondazione assistita: tutto sull’alternativa alla FIVET
Che cos’è l’ICSI e per chi è consigliata
L’ICSI (Intracytoplasmic Spem Injection) è una tecnica di fecondazione assistita indicata particolarmente in caso di infertilità maschile o oligospermia. Si tratta di una procedura di PMA di III livello, alternativa, ma molto simile alla FIVET.
Le tecniche FIVET e ICSI si somigliano, ma presentano una differenza fondamentale nel momento del concepimento. Se nella FIVET gli spermatozoi fecondano autonomamente l’ovulo, seppur in laboratorio, nella ICSI, invece, gli spermatozoi necessari alla fecondazione sono inseriti tramite una microiniezione in ciascun ovocita. Una ricerca dell’American Society for Reproductive Medicine ha raccomandato la ICSI nel caso di infertilità idiopatica, ovvero nel caso in cui non ci sia una patologia specifica su cui intervenire. Questa procedura di fecondazione assistita è anche particolarmente indicata nel caso di problematiche legate alla fertilità maschile, proprio perché individua e seleziona i gameti maschili prima della fecondazione.
L’efficacia della tecnica dipende da molti fattori, non ultimo l’età della donna: l’invecchiamento cellulare degli ovociti è infatti un fattore che può contrastare la riuscita della fecondazione. Oggigiorno, grazie al continuo progresso della ricerca ginecologica, le percentuali di successo della ICSI si aggirano attorno al 20%. Non sono pochi i bambini nati tramite fecondazione assistita, in Italia e nel mondo, ma cerchiamo di capire meglio come funziona la tecnica ICSI.
Come funziona la tecnica di fecondazione assistita ICSI
La tecnica ICSI ha una procedura iniziale pressoché identica alla FIVET: entrambe prevedono una stimolazione ovarica, il prelievo degli ovociti e la scelta dei migliori spermatozoi. Queste prime fasi sono le medesime, ma nella fase successiva le due tecniche sono differenti: nella FIVET gli spermatozoi sono posti attorno all’ovulo affiché lo fecondino autonomamente, mentre nella ICSI vengono iniettati nell’ovulo attraverso una piccolissima canula. Questa procedura è l’iniezione intracitoplasmatica, che viene effettuata con un micromanipolatore e con pipetta in vetro minuscola.
Una volta ottenuti gli embrioni, questi vengono lasciati sviluppare per 3-5 giorni e in seguito sono scelti sulla base di alcuni importanti caratteri. Infine l’ICSI si conclude con il transfer degli embrioni nell’utero.
Ricordiamo che uno dei più noti vantaggi della ICSI sta nella possibilità di congelare dei campioni di sperma da utilizzare in seguito. In questo modo, nel caso in cui il partner maschile si dovesse sottoporre a chemioterapia o a trattamenti che inficino gli spermatozoi, sarà possibile utilizzare i campioni congelati per effettuare la fecondazione assistita tramite ICSI.
Percentuali di successo e esperienze reali sui forum
Le procedure di PMA sono sempre più utilizzate anno dopo anno e, fra queste, l’ICSI è spesso consigliata, soprattutto nei casi di infertilità maschile. Il motivo è che questa tecnica ha delle valide percentuali di successo. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute solo nell’anno 2016 le tecniche di II e III livello omologhe hanno dato vita a 109.745 embrioni, di questi ben 71.058 sono stati poi trasferiti e 38.687 crioconservati. Con la sentenza 151/2009 della Corte Costituzionale si è anche agevolata la procedura, poiché tale legge ha eliminato il tetto massimo di tre embrioni da formare e trasferire in un unico impianto.
Le percentuali di successo nei casi di fecondazione omologa rimangono costanti e positive, variando fra l’18,2% nel 2015 e il 17,3% nel 2016.
Le recensioni online sono molte, soprattutto sui forum dedicati alle tecniche di PMA. Qui non sono poche le testimonianze positive, come quella di Meghan, che scrive per rassicurare chi sta pensando a questa soluzione: “Vorrei dare speranza a quelle ragazze come me che si ritrovano ad affrontare la prima ICSI. Pensavo di non avercela fatta, invece il 6 febbraio beta e valore 838! Hanno attecchito tutti e 2 gli embrioni di secondo grado uno 6 e uno 7 cellule! Ancora non ci credo”. Anche un’altra giovane mamma risponde commentando sul forum per aggiungere la sua esperienza positiva con la ICSI:
“Io sono mamma grazie ad una ICSI, tra l’altro sono di quelle fortunate perché sono rimasta incinta al primo transfer, e sinceramente non posso che dire cose positive, ringrazio Dio che ai tempi di oggi ci sono queste possibilità che ci aiutano a diventare genitori”.
Come scelgo una clinica per effettuare una ICSI?
I costi della ICSI variano in base alla clinica che effettua il trattamento. Esistono numerosissimi centri di PMA che effettuano questo tipo di tecnica di fecondazione assistita, sia in Italia che all’estero. La Spagna è una delle mete predilette per chi vuole effettuare una ICSI con fecondazione eteronoma, il motivo? Costi più accessibili e una maggior diffusione dell’ovodonazione. In Spagna infatti l’ovodonazione è una pratica usata da 30 anni, mentre in Italia la scarsità degli ovociti non permette di utilizzare ovuli con la stessa freschezza. In Spagna chi dona ovuli riceve un contributo economico statale e molte di queste donatrici hanno parenti o amici con problemi di fertilità, motivi che spingono queste donne a dare il loro contributo ai laboratori di PMA.
A questo punto la scelta di una clinica in cui effettuare una procedura di PMA delicata come la ICSI non è assolutamente semplice. Se siete in cerca di una fecondazione eteronoma potreste pensare anche alle cliniche straniere alla luce di quanto detto, ma come indirizzarsi? A Way For Health può darti una mano nel trovare la clinica di PMA più adatta alle tue esigenze, accompagnandoti nel percorso verso una nuova vita e rispondendo a tutte le tue domande.
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