Mobilità sanitaria: facciamo chiarezza
I diversi tipi di mobilità sanitaria
Con mobilità sanitaria si intende la situazione in cui un paziente si sposta dalla zona in cui vive per cercare cure e terapie. Lo spostamento può avvenire all’interno dello Paese, migrando da una regione ad un’altra, oppure da uno Stato ad un altro, dove la sanità può avere regolamentazioni diverse.
Si individuano tre tipi di mobilità sanitaria:
- Intraregionale (o regionale), che descrive lo spostamento dei pazienti all’interno dei confini della regione nella quale vivono.
- Interregionale, che indica una mobilità da una regione ad un’altra per lo più alla ricerca di cure migliori rispetto a quelle offerte dalla regione di provenienza. Nel caso di regioni confinanti la situazione cambia da caso a caso, spesso avviene un accordo tra le regioni interessate per lo scambio di risorse. Ciò che caratterizza la mobilità interregionale è la distribuzione disomogenea dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che dovrebbero essere ripartiti in maniera uguale in tutte le regioni dello Stato.
- Internazionale, che riguarda casi limitati rispetto alle altre due tipologie, caratterizzati dalla ricerca di specifiche cure non disponibili o considerate non all’altezza nel proprio Stato di appartenenza o per le quali i tempi di attesa sono molto lunghi. La mobilità internazionale descrive anche la situazione in cui un utente ha bisogno di un intervento sanitario mentre si trova all’estero e, inoltre, fa riferimento – per i casi interni italiani – allo Stato del Vaticano, Stato di San Marino e il Comune di Campione d’Italia (Svizzera).
In ogni caso, la migrazione si realizza a seguito all’autorizzazione rilasciata dalla Asl di appartenenza del paziente, ad eccezione dei casi di richiesta di assistenza durante la permanenza dell’utente all’estero. Da parte dei pazienti deve essere presentata tutta la documentazione necessaria per dimostrare il diritto all’assistenza.
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